L’Africa è ricca di cultura ma non riesce a sfruttarla come si dovrebbe. La cooperazione punta solo alla sanità e la nutrizione retrocedendo  la cultura in serie B.  Questa situazione frena ogni vero sviluppo perché la cultura è al centro di tutto. Gli stati africani devono investire sulla cultura cosi come i progetti di cooperazione devono integrare la cultura.

La diplomazia tra Paesi passa anche dalla cultura. I fattori culturali dovrebbero dunque essere sempre al centro di ogni progetto di cooperazione allo sviluppo; ignorarli può portare al fallimento dei progetti. Ultimamente la cultura è tornata tra le priorità delle politiche di cooperazione internazionale ed è diventata quasi una sfida geopolitica.

E’ anche considerata un fattore di migliore conoscenza e dialogo con le altre culture e quindi come fattore di pace. Recenti studi dimostrano in maniera precisa che sostenendo la strutturazione di progetti culturali in scala delle regioni e/o delle città, si può contribuire allo sviluppo locale. Diversi convegni sono stati organizzati negli ultimi anni dall’UNESCO, l’OIF (Organizzazione Internazionale della Francofonia) e la Commissione Europea sulla cultura come fattore di sviluppo. Quanto detto poc’anzi dovrebbero portare ad una migliore presa in considerazione della cultura nelle azioni e nelle politiche esterne degli Stati e delle loro comunità locali.

La cultura può anche essere un mezzo per meglio comprendere e presentare i Paesi (soprattutto quelli del Sud) e quindi facilitare gli investimenti e le relazioni commerciali. Dobbiamo lottare per sviluppare delle interconnessioni tra la cultura e gli altri ambiti della cooperazione internazionale e soprattutto lavorare per dimostrare agli attori politici del Sud (ma anche quelli del Nord) che fare uscire la cultura dal suo isolamento può essere importante per lo sviluppo dei loro Paesi e non solo una cosa più. Si parla spesso delle potenzialità culturali dei Paesi africani dimenticando di dire che questa ricchezza è poco sfruttata.

Perché la cultura possa diventare un fattore di sviluppo e possa aiutare alla creazione di posti di lavoro bisogna creare degli spazi di creatività, lavorare sulla professionalizzazione degli attori della filiera “cultura”; promuovere leggi, un quadro giuridico, delle politiche pubbliche adeguate, degli spazi per la produzione, per la distribuzione; un insieme di cose che possono aiutare ai “creatori” di poter vivere del loro lavoro.

Tutto questo per dire che servono delle politiche di sviluppo locali e una cooperazione internazionale specifica nell’ambito della cultura come lo è per l’agricoltura e la sanità. Nei Paesi del Sud non ci sono vere politiche culturali, gli attori della filiera sono poco o mal formati, mancano i mezzi. Al Nord la cultura è ancora il parente povero dei progetti di cooperazione verso il Sud. La domanda è sempre “come volete che mettiamo soldi nella cultura in Paesi dove si muore di fame, dove la sanità non funziona e dove non ci sono scuole?”. La risposta dovrebbe essere comunque molto semplice: aiutare le collettività locali ad avere una rete di biblioteche e contribuire all’accesso al sapere e all’informazione, fattori essenziali per lo sviluppo e la democrazia.

Intervenire sulle filiere culturali vuole dire lavorare a creare delle opportunità di lavoro e dunque di sviluppo economico del Paese. Dovremo dunque promuovere progetti di cooperazione che aiutano i creatori culturali e il mondo della cultura come lo facciamo per gli altri ambiti della cooperazione: sanità, scuola, etc… La cultura tocca tutti gli ambiti della vita di una società, gioca un ruolo molto importante per la coesione sociale, dunque investire nella cultura, promuovere una vera diplomazia culturale, vuole dire anche investire nei rapporti tra persone, società, Paesi, facilitare i rapporti economici e commerciali, gli investimenti. La diplomazia culturale dovrebbe servire per aprire nuovi spazi di collaborazione con Paesi da noi lontani, ed è assolutamente necessario adottare strategie integrate in cui la cultura interagisca con la politica e con il mondo degli affari.

Cleophas Adrien Dioma
Direttore Festival Ottobre Africano
direttore@ottobreafricano.org